Blindate la torcia olimpica in India

Centinaia di arresti, cortei in molte città indiane. Intanto Pechino getta acqua sul fuoco delle reazioni popolari alle proteste all'estero

di francesco sisci

Tra la Scilla delle proteste e la Cariddi delle manifestazioni blindate e paramilitari, il percorso estero della fiamma olimpica cinese ieri in India si è incagliata su Cariddi.

New Delhi, preoccupata dalla minaccia di contestazioni violente da parte della ampia comunità di tibetani in esilio in India, ieri ha chiuso in una morsa di ferro la tappa della fiaccola olimpica.

Oltre 15mila tra poliziotti e paramilitari in assetto antirivolta hanno sorvegliato metro per metro i tre chilometri della percorso giornaliero accorciato di due terzi per motivi di sicurezza.

Una settantina di campioni sportivi, personalità dello spettacolo e attori di Bollywood, la capitale del cinema indiano, hanno accompagnato la fiaccola.

Tra loro però brillava l’assenza del capitano della squadra di calcio indiana Bhaichung Bhutia. Questi ha rifiutato di partecipare per mostrare il suo sostegno alla causa tibetana.

Intorno al gruppetto, uomini della sicurezza cinesi in tuta da ginnastica e agenti indiani armati di fucile.

La strada, di solito caotica e intasata, usata per il giorno della parata della festa nazionale, era deserta. Sui marciapiedi c’erano solo scolaresche irreggimentate e emigrati cinesi che sventolavano le bandierine nazionali.

Numerose uscite della metropolitana erano state sigillate, alcune scuole lungo il percorso sono state avvisate di preparare i ragazzi per il rischio di un uso eventuale di lacrimogeni.

Nelle settimane scorse Cina e India hanno sfiorato la crisi diplomatica dopo che Pechino ha accusato New Delhi di non tenere sotto controllo le dimostrazioni anti cinesi sul suo territorio.

Fuori da questa bolla artificiale di pace e tranquillità alcune migliaia di dimostranti tibetani protestavano alzando tradizionali lampade dorate di preghiera.

Secondo fonti tibetane circa 400 di loro hanno cercato di forzare il blocco della polizia e interrompere la marcia della fiaccola. Un altro paio di migliaia hanno marciato fino al mausoleo del Mahatma Gandhi di Rahghat, alcune ore prima del passaggio della torcia.

Qui, dopo una veglia di preghiera inter-religiosa, i dimostranti hanno accesso un’altra fiamma e hanno promesso di mantenerla ardente per protesta contro la repressione in Tibet.

Il peggio è stato evitato, e il peggio temuto dalla polizia indiana era che qualche dimostrante si desse fuoco davanti alle telecamere. Per questo le forze dell’ordine erano dotate di idranti, estintori e coperte per soffocare eventuali fiamme.

Ma pur senza fuochi le proteste non sono state tranquille. Oltre cento dimostranti sono stati arrestati solo a New Delhi, altre decine sono stati trattenuti dalla polizia in varie città dell’India.

Ci sono state dimostrazioni a Mumbai, davanti al consolato cinese, a Ladakh, alle pendici dell’Himalaya, con monaci locali che si sono uniti ai lama tibetani. Sono in piazza a Dharamsala, città anche sede del governo tibetano in esilio.

Quest’ultimo aveva lanciato un appello ai dimostranti perché le proteste fossero pacifiche e non imbarazzassero il governo indiano. Ma i gruppi più militanti promettevano battaglia.

D’altro canto la controversia ieri ha toccato anche il parlamento quando parlamentari hanno tuonato contro New Delhi “trasformata in una prigione” per il passaggio della torcia.

Dall’altra parte il governo cinese invece sembra cominciare a prendere le cose con più filosofia. Ieri il “Quotidiano dei giovani della Cina”, organo della gioventù del partito, base di potere del presidente Hu Jintao, invitava i cinesi considerare le contestazioni con maggiore distacco e tolleranza.

Le olimpiadi sono occasioni di protesta in ogni caso, spiegava il giornale, gli inglesi oggi si preparano ad affrontare le contestazioni che pioveranno su di loro fra quattro anni.

“Se impariamo ad affrontare le proteste con un atteggiamento normale, e gestirle con un uso appropriato degli strumenti legali, se ascoltiamo le idee contrarie con uno spirito di comprensione e interesse, allora le olimpiadi di Pechino saranno la nostra fortuna.”

Non si sa quanto i giovani cinesi siano disposti ad ascoltare queste consigli alla calma mentre si allarga il consenso per il boicottaggio delle merci francesi, in ritorsione degli incidenti per la fiaccola a Parigi.

Intanto giornali ufficiali invitano a desistere o comunque a mostrare tolleranza anche verso coloro che scelgono di andare a fare acquisti nei supermercati francesi di Carrefour.


fonte : http://www.lastampa.it/

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