Le sette danze classiche indiane
Ancora oggi la danza indiana mantiene viva la caratteristica di essere una forma di espressione spirituale che le deriva dallo stretto legame con il rito e la spiritualità.
Narra la leggenda che Brahma creò il quinto Veda, Natya Shastra, l’arte della danza, distillando l’essenza degli altri quattro Veda e poi la donò al re Bharata e ai suoi cento figli e discepoli, che la trasmisero agli uomini.
Ancora oggi tutta la danza indiana mantiene viva la caratteristica di essere una forma di espressione spirituale che le deriva dallo stretto legame con il rito e la filosofia e, pur nelle numerose varianti regionali, si ispira alla forma più antica, Bharata Natyam.
Una interessante forma d’arte, antichissima eppure sopravvissuta fino a oggi quasi immutata, che affonda le sue radici nello Yoga, utilizzandone la filosofia e la disciplina.
Infatti nel training di una danzatrice di Bharata Natyam si possono individuare le classiche posizioni dello Hatha-Yoga.
Tra l’altro i racconti illustrati nelle coreografie classiche, ripercorrono e attraversano figure leggendarie e spirituali della mitologia hindu, insegnando al popolo gli alti valori della più raffinata filosofia, in un modo chiaro e semplice, utilizzando le Mudra…
Sette sono le danze classiche dell’India: Bharata Natyam (la più antica, 5000 anni circa) in Italia la più conosciuta perché viene insegnata nelle scuole abbastanza regolarmente, Kathak (nel quale affondano le origini del flamenco), Manipuri (con influenze folk locali), Odissi (sinuosa e sensuale che ha ispirato gli scultori dei templi), Kathakali (potente e mascolina: una danza dove anche il ruolo femminile era, in passato, impersonato solo da uomini), Mohini Attam (femminile e vicina al misticismo della madre terra: versione femminile del Kathakali), Kuchipudi (dove i danzatori eseguono la loro danza anche in equilibrio su dei piatti di metallo e a volte con una brocca piena d’acqua in equilibrio sulla testa e delle candele accese).
Queste danze affondano le sue radici nei miti, nelle leggende, nei riti indiani, e raccontano imprese di eroi e di dei.

STORIA DELLA DANZA IN INDIA
In India tutte le forme d’arte hanno delle origini sacre.
Nelle scritture si legge, infatti, che la danza nasce direttamente da Shiva Nataraja, il Signore dei danzatori. Egli, con la sua danza, crea tutto l’universo.
I riferimenti alla danza si incontrano a partire da tempi antichissimi sia nella letteratura sia nell’arte figurativa.
La danza ha svolto un ruolo centrale in gran parte della letteratura vedica e sanscrita classica, nonché nell’epica e nei purana.
Quando una danzatrice danza una distinta tradizione letteraria e religiosa prende vita: essa esprime tramite il movimento del suo corpo, ciò che uno scrittore vuole descrivere attraverso le parole.
Molti sono i poeti che si sono ispirati alla danza per comunicare immagini di bellezza e di armonia.
Il più antico testo di drammaturgia è il Natyashastra. In questo trattato il suo autore, il saggio Bharata, informa che la scienza del natya gli fu rivelata da Brahma, il creatore. Egli, in uno stato di profonda meditazione, riunì la saggezza di tutti e quattro i veda e creò il Natya veda, anche conosciuto come quinto veda.
La danza, in quanto intima attività dell’uomo, ne ha accompagnato la vita fin dagli albori della civiltà. Con il passaggio a una società più organizzata e matura tuttavia il legame tra la danza e la religione si rinforzò. Da un lato la danza acquisì significati divini molto importanti e dall’altro un ruolo sociale ben preciso. Essa venne inserita molto presto nelle pratiche religiose e considerata una delle forme più alte di adorazione della divinità. Nelle religioni indiane, quindi nell'Induismo, nel Buddhismo, nel Jainismo e nel Sikhismo, sia la musica sia la danza hanno svolto un ruolo fondamentale nell’esteriorizzazione della devozione.
La mitologia indiana testimonia che la danza è un’attività divina che le divinità amano ammirare e a cui partecipano con trasporto. Un passo del Vishnudharmottarapurana afferma a tale proposito:
“Quando qualcuno danza questo è considerato un atto rituale di adorazione della divinità; gli dei sono compiaciuti di tale atto più delle offerte di fiori e delle oblazioni.
Colui che adora dio con nritya ottiene la realizzazione di tutti i desideri e il sentiero del moksa.”
La danza classica indiana (margi) è cresciuta e si è sviluppata in una rigorosa disciplina sia fisica sia intellettuale e possiede molte forme e stili sparsi in tutto il continente.
Accanto alle forme classiche della danza si hanno quelle popolari (deshi). Queste danze popolari sono antichissime e rappresentano una pratica ampiamente diffusa ancora oggi negli ambienti rurali e nelle comunità agricole durante le celebrazioni festive. Un tempo queste due forme di danza erano probabilmente un’unica realtà. Nel corso dei secoli alcune danze divennero parte della religione e acquistarono una rigida codificazione, gettando così i semi dei successivi stili di danza classica indiana: bharatanatyam, kathakali, odissi, kuchipudi, kathak, manipuri.
Si suppone che a partire dall’epoca Gupta (IV-VI secolo d.C.) si avvii quel processo che trasformerà il tempio nel fulcro della vita religiosa, sociale, artistica ed economica indiana. In tale processo la danza ebbe un ruolo fondamentale nella figura delle devadasi, o schiave della divinità.
Il carattere divino della danza e della musica è inoltre testimoniato dalle arti figurative. Tra gli esempi più antichi si collocano alcuni dipinti murali, la danzatrice di Mohenjodaro e il torso acefalo rinvenuto a Harappa. La massima fioritura delle sculture rappresentate in posa di danza si avrà, a ogni modo, tra il settimo e il dodicesimo secolo in cui immagini di divinità danzanti, esseri umani, e semidivini che danzano vengono rappresentate sulle pareti sia interne sia esterne del tempio hindu. A questa prolificità di raffigurazioni corrispose un’altrettanto abbondante letteratura religiosa, promotrice di storie e miti relativi a diverse divinità.
Pari diffusione ebbe la creazione di immagini tridimensionali di cui l’esempio massimo è l’immagine di Shiva Nataraja. Questa raffigurazione del dio Shiva danzante può essere definita uno dei simboli sublimi della raffinatezza e della profondità del pensiero hindu.
Lo stile rintracciabile nelle pose delle divinità danzanti potrebbe corrispondere a quello impiegato dalla danzatrice e dal danzatore all’interno del tempio. I rilievi sulle pareti, se letti in questa luce, diventano pari a un libro scolpito che fa da modello per il danzatore e le sculture uno specchio fedele della vita che si svolgeva nel tempio. Questa sarebbe un’ulteriore dimostrazione del fatto che la danza era una parte integrante della pratica rituale anche se non era limitata solo a questo campo. Le danzatrici erano, infatti, invitate anche nelle corti per intrattenere sovrani e nobili. Questa funzione della danza si diffuse soprattutto nel tardo periodo medievale quando con l’arrivo dei musulmani divenne molto difficile danzare nei templi a nord.
La situazione nel sud dell’India fu comunque diversa da quella del settentrione. La penetrazione musulmana nel sud fu, infatti, di minore portata almeno fino a un certo periodo; un fattore che favorì lo sbocciare delle città tempio e del mecenatismo reale soprattutto sotto i sovrani Chola.
L’opera dei musulmani al nord e l’arrivo degli inglesi accelerarono il processo di trasformazione che coinvolse la danza.
http://www.danzaindiana.it/storia.html
Nelle scritture si legge, infatti, che la danza nasce direttamente da Shiva Nataraja, il Signore dei danzatori. Egli, con la sua danza, crea tutto l’universo.
I riferimenti alla danza si incontrano a partire da tempi antichissimi sia nella letteratura sia nell’arte figurativa.
La danza ha svolto un ruolo centrale in gran parte della letteratura vedica e sanscrita classica, nonché nell’epica e nei purana.
Quando una danzatrice danza una distinta tradizione letteraria e religiosa prende vita: essa esprime tramite il movimento del suo corpo, ciò che uno scrittore vuole descrivere attraverso le parole.
Molti sono i poeti che si sono ispirati alla danza per comunicare immagini di bellezza e di armonia.
Il più antico testo di drammaturgia è il Natyashastra. In questo trattato il suo autore, il saggio Bharata, informa che la scienza del natya gli fu rivelata da Brahma, il creatore. Egli, in uno stato di profonda meditazione, riunì la saggezza di tutti e quattro i veda e creò il Natya veda, anche conosciuto come quinto veda.
La danza, in quanto intima attività dell’uomo, ne ha accompagnato la vita fin dagli albori della civiltà. Con il passaggio a una società più organizzata e matura tuttavia il legame tra la danza e la religione si rinforzò. Da un lato la danza acquisì significati divini molto importanti e dall’altro un ruolo sociale ben preciso. Essa venne inserita molto presto nelle pratiche religiose e considerata una delle forme più alte di adorazione della divinità. Nelle religioni indiane, quindi nell'Induismo, nel Buddhismo, nel Jainismo e nel Sikhismo, sia la musica sia la danza hanno svolto un ruolo fondamentale nell’esteriorizzazione della devozione.
La mitologia indiana testimonia che la danza è un’attività divina che le divinità amano ammirare e a cui partecipano con trasporto. Un passo del Vishnudharmottarapurana afferma a tale proposito:
“Quando qualcuno danza questo è considerato un atto rituale di adorazione della divinità; gli dei sono compiaciuti di tale atto più delle offerte di fiori e delle oblazioni.
Colui che adora dio con nritya ottiene la realizzazione di tutti i desideri e il sentiero del moksa.”
La danza classica indiana (margi) è cresciuta e si è sviluppata in una rigorosa disciplina sia fisica sia intellettuale e possiede molte forme e stili sparsi in tutto il continente.
Accanto alle forme classiche della danza si hanno quelle popolari (deshi). Queste danze popolari sono antichissime e rappresentano una pratica ampiamente diffusa ancora oggi negli ambienti rurali e nelle comunità agricole durante le celebrazioni festive. Un tempo queste due forme di danza erano probabilmente un’unica realtà. Nel corso dei secoli alcune danze divennero parte della religione e acquistarono una rigida codificazione, gettando così i semi dei successivi stili di danza classica indiana: bharatanatyam, kathakali, odissi, kuchipudi, kathak, manipuri.
Si suppone che a partire dall’epoca Gupta (IV-VI secolo d.C.) si avvii quel processo che trasformerà il tempio nel fulcro della vita religiosa, sociale, artistica ed economica indiana. In tale processo la danza ebbe un ruolo fondamentale nella figura delle devadasi, o schiave della divinità.
Il carattere divino della danza e della musica è inoltre testimoniato dalle arti figurative. Tra gli esempi più antichi si collocano alcuni dipinti murali, la danzatrice di Mohenjodaro e il torso acefalo rinvenuto a Harappa. La massima fioritura delle sculture rappresentate in posa di danza si avrà, a ogni modo, tra il settimo e il dodicesimo secolo in cui immagini di divinità danzanti, esseri umani, e semidivini che danzano vengono rappresentate sulle pareti sia interne sia esterne del tempio hindu. A questa prolificità di raffigurazioni corrispose un’altrettanto abbondante letteratura religiosa, promotrice di storie e miti relativi a diverse divinità.
Pari diffusione ebbe la creazione di immagini tridimensionali di cui l’esempio massimo è l’immagine di Shiva Nataraja. Questa raffigurazione del dio Shiva danzante può essere definita uno dei simboli sublimi della raffinatezza e della profondità del pensiero hindu.
Lo stile rintracciabile nelle pose delle divinità danzanti potrebbe corrispondere a quello impiegato dalla danzatrice e dal danzatore all’interno del tempio. I rilievi sulle pareti, se letti in questa luce, diventano pari a un libro scolpito che fa da modello per il danzatore e le sculture uno specchio fedele della vita che si svolgeva nel tempio. Questa sarebbe un’ulteriore dimostrazione del fatto che la danza era una parte integrante della pratica rituale anche se non era limitata solo a questo campo. Le danzatrici erano, infatti, invitate anche nelle corti per intrattenere sovrani e nobili. Questa funzione della danza si diffuse soprattutto nel tardo periodo medievale quando con l’arrivo dei musulmani divenne molto difficile danzare nei templi a nord.
La situazione nel sud dell’India fu comunque diversa da quella del settentrione. La penetrazione musulmana nel sud fu, infatti, di minore portata almeno fino a un certo periodo; un fattore che favorì lo sbocciare delle città tempio e del mecenatismo reale soprattutto sotto i sovrani Chola.
L’opera dei musulmani al nord e l’arrivo degli inglesi accelerarono il processo di trasformazione che coinvolse la danza.
http://www.danzaindiana.it/storia.html
Ristorante indiano Shri Ganesh a Milano

Ristorante indiano Shri Ganesh a Milano
Shri Ganesh
Via Lombardini 8 (Milano)
Telefono: 02.58110933
Sito web http://www.shriganesh.it


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Shri Ganesh a Milano
Ristorante indiano Sarla a Milano
Ristorante indiano Sarla a Milano
Via Stampa 4 (Milano)
Telefono: 02.89095538
sito web http://www.sarla.it
Via Stampa 4 (Milano)
Telefono: 02.89095538
sito web http://www.sarla.it

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Ristorante indiano Tara a Milano
"TARA" significa stella e siamo nati nel 1997, dal 2003 il nome e' cambiato.
Il nostro obiettivo non e' soltanto di essere un ristorante indiano ma essere anche un luogo diverso per passare una serata indiana in un ambiente piacevole. Noi siamo molto attenti all'evoluzione del gusto adattandoci ai cambiamenti e senza perdere l'anima vera dei sapori autentici della cucina indiana, continuiamo a crescere in questa direzione.
Via Domenico Cirillo 16 (Milano)
Telefono: 02.3451635
sito web http://www.ristorantetara.com

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Ristorante indiano Bharat a Milano

Aperto nel 1999, il ristorante Tandur nasce come una joint venture di due aspiranti imprenditrici, Anu Ohri e Nina Kakkar, che hanno invitato Sanjay Sahai, un ristoratore professionista, direttamente dall'India per poter nutrire insieme il loro sogno e trasformarlo in realtà.
Situato nel cuore di Milano a pochi passi da Piazza Missori, non lontano dal Duomo, il ristorante Tandur ti farà vivere un'indimenticabile esperienza gastronomica trasportandoti in un viaggio tra sapori e colori dell'India. Le delizie ed i manicaretti della cucina tradizionale indiana allieteranno il tuo palato e l'ambiente magico e raffinato ti offrirà un momento suggestivo e la possibilità, al venerdì e sabato sera, di assistere a spettacoli di danze orientali e musica classica indiana.
Vieni e troverai una vasta selezione di piatti vegetariani e non vegetariani, tutti preparati con ingredienti freschissimi seguendo le ricette della migliore tradizione culinaria indiana con menù fissi per il pranzo a partire da €6,00. Tandur è inoltre il solo ristorante indiano a Milano che offre al mercoledì e domenica speciali serate per studenti universitari a €15,00 (bevande escluse).
Via Maddalena 3 (Milano)
Telefono: 02.8056192
Fax: 02.89010737

Ristorante indiano Namastè a Milano
Namastè
Ristorante indiano a Milano
Via Ricciarelli 12 (Milano)
Telefono: 02.48712358
http://www.ristorantenamaste.it
Ristorante indiano a Milano
Via Ricciarelli 12 (Milano)
Telefono: 02.48712358
http://www.ristorantenamaste.it
Ristorante indiano New Delhi a Milano
Ristorante indiano a Milano
Il ristorante New Delhi conserva la pura e semplice cultura indiana: in un ambiente familiare e accogliente, propone le sue specialità, preparate secondo ricette originali, gelosamente custodite
... un affascinante viaggio nella cultura più antica del mondo attraverso i sapori e i colori, un mondo dove le spezie, con la loro festa di profumi e colori, sono la vera chiave di accesso alla magia dei gusti …
Dal Lunedì al Venerdì a pranzo, menù fissi a 8 e 9 euro.
Aperto a pranzo e cena, tutti i giorni della settimana.
Si accetta qualsiasi tipo di Carta di Credito.
New Delhi offre un servizio di take-away per gustare i favolosi sapori della cucina indiana nell'intimità di casa.
New Delhi
Via Tadino 1 (Milano)
Telefono: 02.29536448
http://www.ristorantenewdelhi.it
Ristorante indiano a Milano
Ristorante Indiano
Via Panfilo Castaldi 42 (Milano)
ristoranteindiano@gmail.com
Telefono: 02.74281004

sito web http://www.tasteofindia.it
Via Panfilo Castaldi 42 (Milano)
ristoranteindiano@gmail.com
Telefono: 02.74281004

sito web http://www.tasteofindia.it
Ristorante indiano Rangoli a Milano

Rangoli
Ristorante indiano a Milano
Via Solferino 36 (Milano)
Telefono: 02.29005333
mappa

sito web
http://www.rangoli.it/IT/MI/index.html
Ristorante indiano Himalaya a Milano
A due passi dalla nuova zona pedonale di corso Como, Himalaya è un piccolo ed accogliente ristorante indiano, nato dalla passione per la buona cucina e per la cura dei dettagli del suo proprietario, Alam Shamsul.
L'ambiente, raccolto ed intimo, è l'ideale per scoprire i delicati sapori della cucina indiana, con piatti preparati al momento dal nostro chef, secondo le ricette tradizionali, e cotti nel forno Tandoor di terracotta.
Il profumato riso basmati, che accompagna ogni pietanza, l'aroma inconfondibile delle spezie, l'accurata preparazione dei nostri piatti delizieranno e cattureranno i palati del cliente più esigente.
Lo staff, rigorosamente indiano e vestito con il Kurta, l'abito tradizionale, vi servirà con cura ed attenzione, pronto a soddisfare ogni vostra richiesta.
La genuinità della cucina indiana, la cordialità del personale e la tranquillità dell'ambiente vi faranno immergere in un angolo di India, nel cuore di Milano.
Dove si trova ?

Ristorante indiano a Milano
Viale Pasubio 12 (Milano)
Telefono: 02.6554255
sito web http://www.ristorantehimalaya.it
Ristorante indiano Nabab a Milano
Nabab
Ristorante indiano Nabab a Milano
Piazza Sant Agostino 2 (Milano)
Telefono: 02.58111871
Mappa

sito web http://www.nababitaly.com
Ristorante indiano Nabab a Milano
Piazza Sant Agostino 2 (Milano)
Telefono: 02.58111871
Mappa

sito web http://www.nababitaly.com
Ristoranten indiano Aangan a Milano
Aangan
Ristorante indiano a Milano
Viale Monza 90 (Milano)
Telefono: 02.28510258
sito web http://www.aangan.it
Ristorante indiano a Milano
Viale Monza 90 (Milano)
Telefono: 02.28510258
sito web http://www.aangan.it
Ristorante indiano Shiva a Milano

Ristorante indiano a Milano
L’India si presenta a noi Occidentali come un paese dai forti contrasti. Ciò dipende dalla sua vastità e dalle molteplici influenze che nei secoli hanno plasmato la sua cultura. Questi aspetti sono presenti in ogni piega della vita quotidiana in India e, quindi, anche nella cucina che rispecchia la grande varietà delle sue genti.
Le influenze Moghul, musulmani di stirpe reale, che portarono con sé spezie esotiche, frutta secca, nocciole miscelate con latte e crema di yogurt, uno stile di cucina dal sapore delicato, talvolta agrodolce, con cibi immersi in deliziose salse accompagnati da risi biriani e pulao, arricchiti da uva sultanina, mandorle, anacardi, pistacchi; la cucina Kashmiri, proveniente dalle splendide terre del Nord, con l’uso predominante dello zafferano e di altre spezie preziose, un contributo davvero considerevole tant’è che molti piatti vegetariani, nonché ricette per cucinare il pesce in modo facile, veloce e davvero salutare hanno origine da lì; alcuni gruppi persiani, con la loro cucina particolarmente piccante e speziata, unitamente alle fortissime tradizioni religiose ( Induisti, Buddisti, Jainisti e Sikh), con restrizioni alimentari tali da indurre a sviluppare una grandissima fantasia culinaria: la fusione di queste influenze ha portato, nel tempo, lo stile di cucina che possiamo assaporare oggi presso il Ristorante SHIVA.

Ristorante indiano a Milano
Viale Gian Galeazzo 7 (Milano)
Telefono: 02.89404746

sito web http://www.ristoranteshiva.it
Ristorante indiano Bharat a Milano

Ristorante indiano a Milano
Bharat ( India ) è un crogiuolo di differenti razze, religione e stili di vita, ognuno dei quali da, come contributo, le proprie squisite preferenze ed abitudini alimentari per il raggiungimento della massima espressione culinaria di un paese dove i suoni e i colori si mescolano con la cordialità e la gioia di vivere della sua gente.

Ristorante indiano a Milano
Via Gola 16/2 (Milano)
Telefono: 02.89400614
Sito web http://www.bharatristorante.com/
Ristorante indiano Taj Mahal a Milano

Ristorante indiano a Milano
Via Porro Lambertenghi 23 (Milano)
http://www.tajmahalmilano.com
Telefono: 02.69000245
La mappa del ristorante

Ristorante indiano Bombay a Milano

Bombay
Ristorante indiano a Milano
Via Donatello 5 (Milano)
Telefono: 02.29514187
Ristorante indiano Maharaja a Milano

Maharaja
Ristorante indiano a Milano
Via Vetere 12 (Milano)
http://www.maharaja.it
Telefono: 02.58113436
Ristorante indiano The Dhaba a Milano
Ristorante indiano a Milano
Via Panfilo Castaldi 22 (Milano)
Telefono: 02.201315
sito web http://www.thedhaba.it

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The Daba indiano
Ristorante indiano Indriani a Milano
Indrani
Corso Sempione 88 (Milano)
Telefono: 02.34537953 - 338.4524885
la mappa del ristorante
sito web del ristorante http://www.indrani.it
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Indriani a Milano
Ristorante indiano Serendib a Milano

Serendib,
il ristorante a Milano specializzato in cucina tipica dello Sri Lanka e India dove puoi gustare i piatti di riso e curry, a base di carne, pesce e verdura, tandoori e altri cibi della gastronomia orientale e asiatica.
Offriamo un menù con un'ampia scelta per tutti i gusti (vegetariana e anche piatti extra-speziati a tua richiesta) in un ambiente esotico, e disponiamo inoltre di un servizio take away e servizio a domicilio.
Il ristorante ha tre sale ad aria condizionata. Ai clienti offriamo parcheggio auto gratuito.
Serendib
Ristorante di Sri Lanka e India
Via Pontida, 2
Milano 20121
+39 026592139
http://www.serendib.it
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Il territorio indiano,
Ristorante sri lankese
India, autobus in un burrone
ventidue le vittime, una cinquantina i feriti
06 Nov 09:50
La storia dell'India
La storia
La storia dell'India, una delle più grandi ed antiche civiltà, risale a 5000 anni fa, quando la civiltà della Valle dell'Indo fiorì tra i 2500 ed i 1700 a.C. Con la recente scoperta di una città completa riesumata nel Golfo di Cambay nel Gujarat, l'India può ora vantare un civiltà antichissima, risalente ad oltre 7000 anni fa.
I resti della civiltà della Valle dell'Indo possono essere ancora visitati in posti come Kalibangan nel Nord-Ovest del Paese. In seguito arrivarono le tribù Aryan dal Nord-Ovest. Fu la loro fusione con gli abitanti della zona che creò la cultura classica indiana.
Alla civiltà della Valle dell'Indo fece seguito il periodo Vedico, durante il quale si parlava la lingua Sanskrita (1500 a.C. - 500 a.C.). Il primo degli imperi Indiani, l'impero Mauryan, iniziò poco dopo, quando Chandragupta Maurya ascese al trono nel 274 a.C.. Gli imperi post-Ashoka furono seguiti dai regni dei Gupta, Pratihara, Pala, Chalukya, Chola, Pandya dynasties. In seguito, attorno al 9° secolo, subentrò il periodo Mussulmano. Gli europei arrivarono nel 17° secolo.
Spesso invasa, nel corso dei secoli l'India ha visto arrivare ondate di Arabi, Turchi ed europei. Mentre alcune di esse hanno lasciato una perdurante influenza sulla cultura di base del Paese, l'invasione e l'occupazione inglese portò cambiamenti ben più radicali che sfociarono nella divisione del subcontinente tra l'India (secolare) ed il più piccolo stato mussulmano del Pakistan. La libertà dagli inglesi fu ottenuta nell'agosto del 1947 dopo la lotta meno violenta mai vista nella storia dell'umanità, grazie al movimento guidato dal Mahatma Gandhi.
fonte : http://www.indiatourismmilan.com/
La storia dell'India, una delle più grandi ed antiche civiltà, risale a 5000 anni fa, quando la civiltà della Valle dell'Indo fiorì tra i 2500 ed i 1700 a.C. Con la recente scoperta di una città completa riesumata nel Golfo di Cambay nel Gujarat, l'India può ora vantare un civiltà antichissima, risalente ad oltre 7000 anni fa.
I resti della civiltà della Valle dell'Indo possono essere ancora visitati in posti come Kalibangan nel Nord-Ovest del Paese. In seguito arrivarono le tribù Aryan dal Nord-Ovest. Fu la loro fusione con gli abitanti della zona che creò la cultura classica indiana.
Alla civiltà della Valle dell'Indo fece seguito il periodo Vedico, durante il quale si parlava la lingua Sanskrita (1500 a.C. - 500 a.C.). Il primo degli imperi Indiani, l'impero Mauryan, iniziò poco dopo, quando Chandragupta Maurya ascese al trono nel 274 a.C.. Gli imperi post-Ashoka furono seguiti dai regni dei Gupta, Pratihara, Pala, Chalukya, Chola, Pandya dynasties. In seguito, attorno al 9° secolo, subentrò il periodo Mussulmano. Gli europei arrivarono nel 17° secolo.
Spesso invasa, nel corso dei secoli l'India ha visto arrivare ondate di Arabi, Turchi ed europei. Mentre alcune di esse hanno lasciato una perdurante influenza sulla cultura di base del Paese, l'invasione e l'occupazione inglese portò cambiamenti ben più radicali che sfociarono nella divisione del subcontinente tra l'India (secolare) ed il più piccolo stato mussulmano del Pakistan. La libertà dagli inglesi fu ottenuta nell'agosto del 1947 dopo la lotta meno violenta mai vista nella storia dell'umanità, grazie al movimento guidato dal Mahatma Gandhi.
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